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La storia

 
 
foto antica Ribera

Sin dall'epoca medievale, numerosi erano gli abitanti della vicina e antica città di Caltabellotta, dediti alla coltivazione dei campi, che, a piedi, o con muli e carretti, scendevano a lavorare oltre le sponde del fiume Sosio-Verdura.
La freschezza, la purezza e la bontà delle sue acque, che sgorgavano da una copiosa sorgente nei pressi di Prizzi, in provincia di Palermo, unitamente al clima, alquanto favorevole e mite, avevano fatto di quelle terre, una delle oasi più feconde e produttive dell'intera Sicilia.
Vi si produceva di tutto, dal riso al cotone, dal grano agli agrumi, dalle mandorle alle olive, dalle numerose varietà di uva ad ogni tipo di frutta di stagione ed ogni genere di ortaggi.
Tante primizie, rinomate per sapore e fragranza, trovavano nel territorio di Ribera, anticamente detto "Allavam", l'ambiente più adatto, facendo sì, che in breve tempo, l'agricoltura diventasse la principale fonte di reddito.
Le origini di Ribera, si fanno risalire all'anno 1635, quando alcuni abitanti di Caltabellotta, stanchi delle immani fatiche, durante i tortuosi e impervi percorsi, che erano costretti ad affrontare, hanno deciso di costruire in sito le proprie case, scegliendo il Piano di San Nicola, l'attuale quartiere di Sant'Antonino.
Una moderna cittadina, concepita con criteri urbanistici d'avanguardia per quei tempi, ha cosi cominciato a delinearsi, per volere supremo dell'allora Principe di Paternò Don Luigi Moncada, padrone e signore di immensi feudi, che aveva affidato la redazione del Primo Piano Regolatore di Ribera ad uno dei più valenti architetti dell'epoca.

 
foto antica Ribera

In pochissimi anni il nuovo paese si è notevolmente ampliato, fino a costi­tuire un grosso agglomerato di case prospettanti in vie larghe e bene allineate, al quale è stato dato il nome di Ribera, forse in omaggio alla bellissima moglie del Principe, Maria Afan de Ribera, figlia del Duca di Alcalà.
Col passare del tempo, le case aumentavano e cosi anche gli abitanti e per­tanto cominciavano a sorgere le prime chiese, una delle quali è stata dedicata a San Nicola di Bari, che successivamente è stato eletto Patrono del nuovo paese.
La parola Ribera, nella lingua spagnola si pronuncia "rivera" ed indica per 1'appunto, una riviera, una costa, un lido ovvero un tratto di territorio lambito dalle acque.
Pertanto, considerato che il nostro territorio è bagnato per 11 km dal Mare Mediterraneo ed è attraversato dai tre fiumi: Verdura, Magazzolo e Platani, il nome che è stato dato alla città è risultato meravigliosamente appropriato.
Ben presto, il clima, la posizione geografica, oltre, naturalmente la grande genialità ed operosità dei nostri agricoltori, hanno contribuito a creare un territorio di circa 12 mila ettari, che per prosperità e produzione agricola è consi­derato una perla per la Sicilia intera.
Nei primi anni, tutte le case sorte, sono rimaste di pertinenza del comune di Caltabellotta, ma col passare del tempo è venuta fuori, prepotentemente, una nuova realtà, che ha determinato la nascita ufficiale del nuovo ed auto­nomo paese: Ribera.

 
foto antica Ribera

Posizionato su una vasta pianura a 230 m. sul livello del mare e distante da questo circa 7 km., Ribera si trova vicina al percorso della S.S. 115, deno­minata Sud-Occidentale Sicula, che va da Trapani a Siracusa. E' posizionata tra i due fiumi Verdura e Magazzolo, a 46 Km. da Agrigento, a 20 Km. da Sciacca e a 130 Km. da Palermo.
Oggi Ribera comprende le due frazioni di Borgo Bonsignore detto "Santu Petru", sorto durante il ventennio fascista e di Seccagrande, che dopo gli anni '60 si sono arricchite di ville e case, utilizzate in gran parte durante le vacanze estive, anche se da qualche anno, numerose famiglie hanno scelto di fissarvi la propria residenza.
Le due località turistiche, da giugno a set­tembre vengono prese letteralmente d'assalto, sia da riberesi, sia da gitanti provenienti dai paesi vicini e da numerosi emigrati, che ritornano per le ferie, ma raramente sono meta di qualche gruppo di turisti stranieri di passaggio.
A tal proposito, sarebbe molto saggio da parte dei vari amministratori che si succedono al governo della città, adottare seri e sostanziali provvedimenti per incentivare tale flusso turistico, con la riscoperta dei nostri monumenti, la valorizzazione del territorio e con la realizzazione di strutture ricettive, affin­ché si possa sfruttare il notevole movimento turistico che fa capo a Sciacca, Agrigento, Selinunte ed Eraclea Minoa.
A circa 3 Km. a Sud-Ovest di Ribera, sopra un colle dal quale è possibile ammirare il mare, i lussureggianti giardini della Valle di Verdura e il panora­ma del paese, si trova il diroccato, ma ancora imponente Castello di Poggiodiana, con la sua maestosa torre merlata.

 
foto antica Ribera

Tale prezioso maniero, che era stato costruito nel XII Sec. dai normanni, a difesa delle piccole comunità che risiedevano e lavoravano nella zona, purtrop­po oggi è abbandonato a se stesso e se non si provvederà presto ad operare gli opportuni interventi, potrà subire ulteriori irreparabili danni.
Il castello apparteneva in un primo tempo ai Conti Luna di Poggiodiana. Federico II d'Aragona, nel 1392 lo concesse al Conte Guglielmo Peralta, Signore di Caltabellotta, figlio di Guglielmo I e nipote di Raimondo Peralta, potente e ricchissimo feudatario.
In seguito, passò ad un nobile di Sciacca„ Artale Luna, che aveva sposato Margherita Peralta, erede della Contea di Caltabellotta.
L'investitura del castello passò poi, al figlio di questi, Antonio Luna in data 10 novembre 1453, in virtù del regio privilegio concessogli da Alfonso il Magnanimo.
I beni dei Luna furono successivamente confiscati ed acquisiti dalla Corona, in seguito ai fatti luttuosi del "Secondo caso di Sciacca".
Nel 1565 infine, il maniero divenne di proprietà della famiglia Moncada e nel 1578, a causa di alcune forti scosse di terremoto, che hanno interessato tutto il territorio agrigentino, ha subito gravissimi danni, che oggi più che mai, necessitano di indifferibili opere di consolidamento, se non si vuole presto vede­re crollare la torre, che alta e fiera, a ricordo di un passato che non può essere cancellato, campeggia sullo stemma ufficiale ed è l'emblema della nostra Ribera.
(da "Tradizioni Popolari Ribera ieri.... Ribera oggi"  pubblicazione realizzata da Giuseppe Nicola Ciliberto patrocinata dall' Amministrazione Comunale di Ribera - Anno 2000).
 
                                                  foto di G. N. Ciliberto

 


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